Un tè al Negozio Richard Ginori di Firenze
11 Febbraio 2015
Prime volte
4 Agosto 2015

Un tè in Santo Spirito a La Via del Tè

A Firenze, e non solo, gli amanti del tè conoscono La Via del Tè, l’azienda nata nel 1961 dalla passione di Alfredo Carrai per la seconda bevanda più bevuta al mondo, all’epoca pressoché sconosciuta in Italia.
Oggi La Via del Tè è una realtà importante, in cui la ricerca dei tè più pregiati è la chiave del successo, che conta ben tre negozi a Firenze e fornisce alcuni degli hotel, resort & spa più prestigiosi d’Italia (fra cui per esempio il Four Seasons Florence, in cui l’afternoon tea è un rito felicemente celebrato).
L’anno scorso, alla storica sala da tè di Piazza Ghiberti, si è aggiunta la nuova tea room di Via di S. Spirito, nel palazzo Frescobaldi. Avendo avuto il piacere di conoscere Giulia Carrai, sapevo che sarebbe stato un luogo idilliaco, dove alla bontà delle bevande selezionate si sarebbe accompagnato un ambiente curato ma informale e dove la convivialità del rito del tè l’avrebbe fatta da padrone.
E così, dopo tanto rimandare, un paio di domeniche fa, complice una bellissima visita al Corridoio Vasariano ed un freddo epocale, la mia amica Carlotta ed io ci siamo spinte fino in Santo Spirito in cerca di un buon tè caldo e tante prelibatezze da gustare.

L’ingresso del negozio, che si apre oltre un cancello di ferro battuto, è semplice e old style, con piccole vetrine ai lati, allestite con bricchi e scatole di latta colorate, di varia foggia e dimensione. L’entrata è dedicata alla vendita di infusi e tè: sulla sinistra l’aromateca è imponente e consente di scegliere odorando da bottigliette numerate tutte le diverse miscele, ciascuna con un nome evocativo (Notti in Tibet, Earl Grey Imperiale, ecc.). L’arredo, tutto in legno, con colori pastello, tappezza le pareti e infinite scatole di latta verdi arrivano fino al soffitto. Sulla destra, accanto alla cassa, sono esposti i piccoli utensili per filtrare, dosare e gustare il tè. Al centro, vista l’imminenza di San Valentino, cattura lo sguardo un piccolo tavolo tondo allestito con confezioni bianche e rosse, con belle rose in evidenza. Oltre quest’area, fatti tre gradini, si apre la prima delle due salette, dove troneggia un piccolo banco pasticceria, una scaffalatura a nicchie che contiene tutte le miscele proposte, una bellissima macchina luccicante per scaldare l’acqua ed il banco lavoro del personale. La seconda saletta, stretta e lunga, si apre sulla sinistra ed il luogo, così intimo e ovattato, può tranquillamente contenere una quarantina di persone. I tavoli in legno scuro, le comode sedute imbottite, le vetrine allestite con teiere di ogni foggia e colore e tante foto alle pareti che rappresentano le varie fasi della coltura e raccolta del tè ricreano alla perfezione la tipica tea room londinese che vive nell’immaginario collettivo.
Arriviamo poco prima delle sei, è completamente pieno e per ingannare i pochi minuti di attesa ci offrono un assaggio di tè con il gusto selezionato per il mese dell’Acquario. Nel frattempo ci consigliano di iniziare a scegliere cosa vogliamo bere odorando le diverse miscele dell’aromateca.
Quando ci sediamo siamo ormai rapite dalla quiete del luogo e ci concentriamo sul menù, piccolo di dimensioni, ma ricco di proposte: petit four, apple pie, macaron, carrot cake, sandwich al burro, quiche lorraine, ecc., mini menù degustazione assortiti e pure due opzioni di brunch denominate “Diladdarno” e “Diquaddarno”. Optiamo per selezionare tre diversi assaggi, un mix dolce e salato, con tris di finger sandwiches (cetriolo e burro, salmone affumicato con burro al limone e prosciutto cotto con mango chutney), petit four (comprese delle lingue di gatto croccanti e gustose) e… gli indimenticabili scones, serviti tiepidi con confettura di fragole e clotted cream del Devon. Due infusi alla frutta, Notti in Tibet e Frutti di Bosco German Style completano la nostra ordinazione, per un risultato colorato e prelibato cui forse la foto che ho fatto non rende giustizia.

 

Le ragazze che gestiscono la sala sono sollecite, competenti e gentili e il tempo scorre via veloce fra un biscotto, un pezzetto di scone imburrato e sicuramente un occhio affettuoso alle porcellane Richard Ginori che impreziosiscono la mise en place: piccole fragoliere come porta marmellata e vassoietti rettangolari di dviersa foggia per sandwich e pasticcini.
Avevo scioccamente sottovalutato il rito del tè, non solo da un punto di vista golosamente gastronomico, ma anche per l’intimo senso di convivialità che permette di condividere. Adesso ho promesso alla mia mamma che le farò provare quest’esperienza: sono convinta che si divertirà come una bambina.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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