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Celentano: standing ovation all’Arena di Verona

Dopo 18 anni Adriano Celentano torna a cantare live all’Arena di Verona e onestamente non è proprio come temevo. Niente sermoni no stop, niente morali chilometriche con pause epocali che neanche ricordi cosa stesse dicendo. E’ un Adriano “normale” quello che si presenta, forse un po’ affaticato, che parla poco e canta molto incantando la folla, tutta quanta, tutte le fasce d’età.

Canale 5 si aggiudica sicuramente una delle prime serate più memorabili della stagione e sicuramente né Twilight su Italia 1, né Sabrina Ferilli su Rai 1 e purtroppo neanche Fazio su Rai 3 possono farcela a vincere la competizione.
12.000 persone riempiono l’Arena, da personaggi noti come Bonolis, Mogol, Gigi d’Alessio a persone comuni di tutte le età. Adriano è trasversale e lascia a ciascuno un messaggio diverso.
Un’anteprima con un breve monologo affidato alla sua voce: non ha perso l’abitudine e parla dei temi a lui cari (cementificazione selvaggia, guerra). Poi… Notte, Verona illuminata dall’alto… l’inquadratura abbraccia tutta la città fino ad arrivare all’Arena mentre le voci di Valerio Amoruso (attore) e Cristina Bianchino (giornalista del Tg5) leggono brani di economisti eccellenti. Politiche di bilancio, folle corsa al consumo, salute degli oceani… Pur in modo meno aggressivo e senza polemica, Celentano vuole ricordare che ha una voce e un pensiero forte. E poi canta Svalutation. La folla applaude ed è come se il tempo non fosse passato dalla sua ultima serata: c’è chi addirittura grida Adriano premier. Dedica una delle mie preferite Io non so parlar d’amore a Gianni Bella, seduto con la chitarra accenna le prime note di Il ragazzo della via Gluck ed è il pubblico a cantare la prima strofa. Arriva poi Pregherò (Bonolis gli tira qualcosa se non la canta!) ed è standing ovation. Il pubblico ha ritrovato l’Adriano cantante, che forse non è più fisicamente il “molleggiato” puro dei tempi del rock ‘n’roll (pur cantando Rip It Up), ma resta l’espressione di un’epoca.
Dopo circa un’ora di canzoni, si ricrea il tavolo dell’osteria e, insieme a Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, arriva l’economista francese Jean Paul Fitoussi. Una lezione di economia in pillole, semplice, come dice Adriano “Io ti capisco”, perché quando parlano i politici in tv dicono tante parole ma non si capisce dove vogliono andare a parare e quale concetto vogliono esprimere. Fitoussi affronta temi per lui vitali con chiarezza e determinazione: crisi, dittatura dei mercati, mancanza di democrazia, perdita del capitale sociale, felicità e benessere delle generazioni future. Non incolpa esplicitamente nessuno, ma parla di “Paesi del nord”.
Nel bel mezzo della lezione di economia (che forse rischia di togliere ritmo al concerto?), bussa alla porta l’amico di sempre Gianni Morandi ed entra cantando Scende la pioggia. Prima si siede al tavolo insieme agli altri, poi affianca Adriano, lo incita e forse lo sorregge sul finire di una serata impegnativa. Cantano insieme Ti penso e cambia il mondo e altri successi.
Poi, dopo due ore e mezzo di spettacolo, sulle note dell’ultima canzone che sfumano, Adriano lascia il palco faccia al pubblico, senza salutare. Ma, si sa, Celentano è fatto così. Magari domani serà ricorderà di ringraziare.
Dopo tanto tempo un Adriano “ordinario” e per questo assolutamente straordinario. Chi sarà domani all’Arena di Verona, cosa potrà ricevere di più?

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