Per rendere giustizia a Roma serve almeno una settimana, ma un paio di giorni possono essere un buon inizio. Negli ultimi anni ci sono stata spesso, per lavoro e per studio, ma in particolare qualche giorno da turista mi ha fatto scoprire monumenti, chiese, piazze e scorci pittoreschi, per non parlare di mostre ed eventi particolari.
La città è immensa, purtroppo i mezzi hanno una efficienza relativa, ma Roma ti entra nel sangue come una amante alla quale non puoi rinunciare. Avere amici romani è la sorte migliore per conoscere i luoghi più autentici e i ristoranti migliori. In mancanza, consiglio scarpe comode, borsa leggera, macchina fotografica e un itinerario di massima da modificare se presi da amore profondo per qualche deviazione. La metro è abbastanza valida per visitare il centro e il servizio di taxi con la app MyTaxi è molto efficiente (creato un account e definita la modalità di pagamento, si chiama un taxi con il GPS, si paga tramite app e si riceve la ricevuta via mail). Non ho mai fatto carnet di biglietti scontati, perché per conoscere veramente la città il metodo migliore è camminare.
In un paio di giorni si può prendere confidenza con il centro, idealmente da una parte all’altra di Via del Corso. Con tre o quattro giorni si ha il tempo per visitare anche i Musei Vaticani, una mostra alle Scuderie del Quirinale oppure i Musei Capitolini. Salvo esigenze di viaggio, consiglio di pernottare vicino al centro tipo piazza Barberini: è a due fermate di metro (linea A) dalla stazione Termini, ci sono diversi hotel in zona per tutte le tasche e in 10/15 minuti si raggiungono alcuni dei più importanti siti di interesse (Fontana di Trevi, Piazza di Spagna, Via del Corso); dormire in pieno centro è molto costoso e spesso necessita di un taxi per arrivare all’hotel.
Il percorso di una giornata può seguire questa direttrice:
Piazza del Popolo
Via del Corso con i diversi punti di interesse
Piazza di Spagna e Trinità dei Monti
Altare della Patria
Fori Imperiali e Colosseo
Quirinale
Fontana di Trevi
Via del Tritone e Via Del Babuino, anche per un po’ di shopping!
Piazza del Popolo si raggiunge facilmente perché c’è la fermata Flaminio della metro A (4° stop dalla stazione Termini). Si entra in piazza dalla parte opposta a Via del Corso e ti accerchia con la sua bellezza: di fianco alla porta subito la Chiesa di Santa Maria del Popolo, poco oltre il Pincio, al centro l’antico obelisco e dall’altra parte le due chiese gemelle.
La piazza e la porta hanno subito diversi cambiamenti nel corso dei secoli per i lavori che i vari pontefici hanno commissionato. La Chiesa di Santa Maria del Popolo è la più antica della piazza, originaria dell’XI secolo e ricostruita con caratteristiche rinascimentali nel ‘400. L’ultimo restauro della metà del ‘600 a opera del Bernini la rese meravigliosamente barocca e all’interno ci sono ancora oggi splendidi capolavori del Caravaggio, del Pinturicchio e del Bramante. L’Obelisco Flaminio centrale è molto antico: fu innalzato nella piazza nel 1589, ma è uno dei 13 obelischi antichi di Roma, realizzato all’epoca dei faraoni Ramesse II e Seti I e originariamente collocato nel tempio del Sole di Eliopoli in Egitto. Fu portato a Roma nel 10 a.C. per volere di Ottaviano Augusto e all’inizio fu collocato al Circo Massimo. Guardarlo di sotto in su, con i suoi 24 metri e più di altezza, incute rispetto e ammirazione.
Dall’altra parte della piazza si diparte il tridente di Via di Ripetta, Via del Corso e Via del Babuino: tre strade famose, tre modi diversi di passeggiare e anche… fare shopping! Fra le tre strade si trovano le due chiese gemelle di Piazza del Popolo: a sinistra, Santa Maria in Montesanto e a destra Santa Maria dei Miracoli. Edificate nella seconda metà del ‘600, sono splendidi esempi barocchi e recano la mano del Bernini (che io mi rendo conto di adorare istintivamente!). Entro spesso nelle chiese, soprattutto a Roma, perché, a parte il credo religioso, sono esempi eccelsi di architettura e pittura: immagino come doveva essere la Roma papalina, quanto fosse potente la Chiesa e quanto sia difficile oggi non gonfiare il petto dicendo “So’ de Roma!”.
Via del Corso secondo me ha una duplice anima: artistica e commerciale. C’è una quantità di negozi infinita, di ogni tipo e molti interessanti. Lo shopping che ho fatto a Roma non riesco mai a farlo a Firenze! Ma poi, mentre si procede verso via Condotti, si aprono deviazioni mozzafiato. Via dei Pontefici conduce al Mausoleo di Augusto, monumento funerario del I secolo a.C. fatto costruire da Augusto al suo ritorno dall’Egitto; proprio lì accanto c’è l’Ara Pacis, l’altare della pace augustea fatto erigere in onore della Dea della Pace e testimonianza intatta dell’arte dell’epoca; di fianco, la Chiesa di San Rocco all’Augusteo, edificata nel XVII secolo in prossimità dell’antico porto fluviale di Ripetta (sul fianco destro della chiesa rimane la parte superiore dell’Idrometro di Ripetta, una colonna del 1821 che misurava l’altezza delle inondazioni del Tevere). Su via Tomacelli è possibile ammirare il Palazzo dell’ex Unione Militare, risalente alla fine dell’800 e oggetto recentemente di un grande e innovativo restauro ad opera dello Studio Fuksas: una “lanterna in vetro e acciaio” che attraversa tutti i piani dell’edificio fino alla copertura finale della terrazza panoramica con vista sulla Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso. Si gode di una vista privilegiata dalla terrazza dell’antistante Palazzo Fendi, dove ora si trova lo Zuma Restaurant.
Deliziose, strette e animate sono le strade che da via del Corso portano a piazza di Spagna: via delle Carrozze, via Condotti, via Borgognona e via Frattina. Io di solito amo risalire via Condotti perché ti trovi esattamente di fronte a Trinità de’ Monti: ricca delle firme più prestigiose da Gucci a Prada, da Cartier alla storica boutique Bulgari, è custode anche dell’Antico Caffè Greco, uno dei locali storici più antichi d’Italia che come recita la targa all’ingresso risale al 1760. All’interno c’è una ressa clamorosa, sia d’inverno che d’estate, con una ampia collezione di opere d’arte alle pareti, uno stupendo pianoforte a coda che allieta gli ospiti e un ghiotto banco di leccornie. A via delle Carrozze segnalo il ristorante Di Qua per una pausa pranzo veloce e gradevole: atmosfera shabby chic, bancone realizzato con porte di legno di recupero e menù vario che copre un po’ tutte le ore del giorno. In via Borgognona invece dovete fermarvi a Ladurée, sia per comprare un paio di macaron che per gustare un buon tè nella saletta: sembra di entrare nel mondo delle fiabe con quei colori pastello e dei dolci che sono veri bon bon. Un po’ costoso, ma una coccola ogni tanto ci sta.
Piazza di Spagna non è mai vuota, sia di mattina presto che a sera inoltrata: la scalinata di Trinità dei Monti accoglie tutti e la Barcaccia del Bernini credo sia una delle opere più fotografate (anche se devo dire un po’ troppo bistrattata!). La Barcaccia fu ultimata nel 1629 e fu la prima volta che una fontana veniva concepita come un’opera scultorea e non come una classica vasca di forma geometrica; Trinità dei Monti è una delle 5 chiese cattoliche francofone di Roma e si raggiunge anche da via Sistina. Insieme formano lo scenario perfetto per sfilate, eventi e serate romantiche. A lato della scalinata si scende in Piazza Mignanelli, un angolo defilato dove si trova il ristorante Alla Rampa: locale del centro frequentato da turisti, ma con ottimi carciofi alla romana e cacio e pepe.
Proseguendo su Via del Corso si arriva fino all’Altare della Patria e si incrociano alcuni dei luoghi più noti della città. Palazzo Montecitorio, nato nel ‘600 a opera del Bernini per ospitare la famiglia Ludovisi, fu espropriato nell’800 dal Regno d’Italia per ospitare la Camera dei Deputati; su piazza Colonna, chiamata così per la Colonna di Marco Aurelio che sorge qui fin dall’epoca romana, si affacciano sia Palazzo Chigi, di proprietà della famiglia dal ‘600 al ‘900 e oggi sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sia la Galleria Colonna (oggi Galleria Alberto Sordi), splendido edificio di inizio ‘900 che ospita oggi negozi e caffetterie.
Verso la fine di Via del Corso ci si imbatte nella Chiesa di Santa Maria in Via Lata, che poggia su un antico portico del I secolo e che deve il suo aspetto attuale ad una ricostruzione del ‘600; dalla parte opposta, Piazza SS. Apostoli su cui si affaccia la Basilica dei Santi XII Apostoli, spettacolare di notte quando sono illuminate le 12 statue esterne ed il colonnato.
Trovarsi alla fine in piazza Venezia è sempre un colpo d’occhio d’eccezione, sia di giorno quando il sole colpisce il bianco edificio dell’Altare della Patria, sia di notte quando è illuminato, sia a Natale quando l’albero addobbato si inserisce al centro della piazza. Il Vittoriano (o Altare della Patria) nacque come monumento nazionale a Vittorio Emanuele II e divenne poi simbolo dell’unità d’Italia quando accolse nel 1921 le spoglie del milite ignoto. E’ bellissimo salire la scalinata, sia per contemplare Roma dall’alto, sia per l’intensa simbologia che ti circonda: conviene veramente documentarsi mentre si è lì, per capire il significato dei gruppi scultorei e della storia che rappresentano. L’altare è situato sotto la statua della Dea Roma che simboleggia la città eterna come capitale d’Italia e sul terrazzo sono collocati quattro gruppi scultorei in marmo che esprimono i principi fondanti d’Italia: la Forza, la Concordia, il Sacrificio e il Diritto. Parole che a pronunciarle lì si vestono di significato. Altre statue rappresentano le regioni d’Italia e, vicino alla statua equestre di Vittorio Emanuele II, si trovano le statue delle 14 città nobili, cioè città d’Italia che in diverse epoche furono capitali di stati nobiliari. Il Vittoriano però non è solo da ammirare, ma è anche sede del Sacrario delle Bandiere e del Museo Centrale del Risorgimento che ospita anche mostre temporanee di pittura (ingresso dalla parte sinistra).
A lato dell’Altare della Patria si apre via dei Fori Imperiali, pedonale e imponente, che oltre ad offrire un originale profilo del Vittoriano prelude alle splendide vestigia della Roma imperiale, con il Colosseo in lontananza e l’arco di Costantino a lato. Per una ottima pausa pranzo suggerisco il ristorante Angelino ai Fori: è lì dal 1947 e la nuova generazione sta portando avanti la tradizione di famiglia con amore e tanta inventiva; il locale è sempre pieno e anche d’estate può essere un valido ristoro perché ha una ampia area esterna coperta.
Visitate il Colosseo e i fori se siete disposti a sostare, immaginare e fare tanta coda! I biglietti si possono acquistare on line qui e danno diritto di accesso a Colosseo, foro romano, palatino e mostre temporanee; per ragioni di sicurezza dentro all’anfiteatro può entrare un numero limitato di persone, perciò la coda si crea comunque. Conosciuto come Anfiteatro Flavio, il Colosseo è il più grande anfiteatro del mondo e parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1980. Fu edificato in epoca Flavia nel I secolo d.C. e fu usato sia per gli spettacoli dei gladiatori che per spettacoli di caccia e della mitologia classica; grazie ai Della Valle è stato ristrutturato di recente e nel 2015 pare sia stato il secondo sito più visitato al mondo, dopo la Grande Muraglia Cinese. Di fianco svetta l’Arco di Costantino: costruito nel 300 d.C. è uno dei tre archi trionfali sopravvissuti a Roma insieme all’Arco di Tito, in fondo alla Via Sacra, e all’Arco di Settimio Severo. Le piazze monumentali dei Fori furono edificate dagli imperatori tra il 46 a.C. e il 113 d.C. e nella successione sono: il Foro di Cesare, il Foro di Augusto, il Tempio della Pace, il Foro di Nerva, e il Foro di Traiano. Io ho visitato l’area molti anni fa di luglio: a parte il caldo prepotente, fra coda e visita se ne va quasi una mattinata, ma ricordate che è un luogo unico al mondo.
Se volete spostarvi velocemente, vicino al Colosseo c’è la fermata della metro, altrimenti lasciate l’area dalla rampa che sale di fianco all’anfiteatro e vi troverete nella zona di via dei Serpenti e via Panisperna, direzione Quirinale. Via XXIV Maggio regala ottimi scorci e, giunti quasi in piazza, vi troverete alle Scuderie del Quirinale, situate proprio di fronte al Palazzo del Quirinale, di proprietà della Presidenza della Repubblica e sede di mostre ed eventi culturali. Ricordo una bellissima mostra di mesi fa, ma devo dire che il cartellone degli eventi è sempre molto ricco e interessante (ecco il link).
Da piazza del Quirinale la veduta su Roma è superba, sia essa in un mattino ancora brumoso oppure al tramonto, quando la luce è più morbida. Da lì, scendere a Fontana di Trevi è un lampo e ci si trova di fronte l’imponente complesso… riempie la piazza che grande non è! Sempre affollata di turisti (magari i piedi nell’acqua si possono pure evitare!), la fontana fu edificata nel ‘700 in stile tardo barocco; il tema rappresentato è il mare e ne è espressione magnifica la statua centrale di Oceano, muscoloso e fiero signore del mare che incede su un cocchio a forma di conchiglia trainato da due cavalli alati. La leggenda conosciuta da tutti narra che gettare una moneta nell’acqua dando le spalle alla fontana garantirà il ritorno a Roma; pare che le monetine recuperate siano destinate alla Caritas. Lateralmente alla fontana si trova la Chiesa Rettoria dei Santi Vincenzo e Anastasio che ovviamente vale la visita e di fronte, almeno d’inverno, un delizioso vecchietto, basso e rubicondo, che vende caldarroste: la romanità sta tutta lì.
Lasciando Piazza Trevi da Via della Stamperia si raggiunge via del Tritone: sede storica del quotidiano Il Messaggero, è una via commerciale non male che arriva fino a piazza Barberini, dove domina l’hotel Bernini. Da qui si può tornare verso piazza di Spagna da via Due Macelli (e fare shopping) oppure raggiungere lo storico Teatro Sistina prendendo via Sistina. Il cartellone del teatro è sempre molto ricco (ecco il link al sito) e ricordo un capodanno trascorso a Roma con l’intento di vedere Rugantino di Garinei e Giovannini, con Enrico Brignano che magistralmente cantava “Roma Nun Fa’ La Stupida Stasera”.
Beh, tornati in piazza di Spagna, non conviene prendere subito la metro e mettere fine alla giornata: io proseguo sempre per via del Babuino e a volte faccio una piccola deviazione per via Margutta. Oltre ad essere sede di negozi molto ricercati, sono espressione di una Roma più tranquilla e appartata, con alcuni angoli deliziosi sopratutto di sera. In fondo a via del Babuino si trova l’Hotel de Russie, una delle perle della città con un giardino interno da cartolina, dove non arriva il clamore di piazza del Popolo e si respira il verde del vicino Pincio. A questo punto, potete prendere subito metro o taxi o concludere il giro con un aperitivo da Rosati, storico locale art decó all’angolo con via di Ripetta.
Ve lo avevo detto che per girare Roma ci vogliono scarpe comode per camminare tanto… E questo è solo l’inizio.