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Oscar Farinetti ha in mente di votare Renzi

Seguo Oscar Farinetti da quando per lavoro sono entrata in contatto con il mondo Eataly: tutto può essere giudicato e migliorato, ma l’idea promossa è coraggiosa e la dedizione profusa, preziosa in ogni occasione, lo è a maggior ragione nel nostro contesto socio-economico. La visione che sottende alle scelte di Farinetti è così illuminata da sembrare quasi utopistica, ma poi si assiste alla sua realizzazione giorno dopo giorno ed allora si inizia a pensare che il sogno può diventare realtà.
Il concetto di made in Italy diventa concreto e realizzabile, in grado di consorziare piccole realtà locali per dar loro forza espressiva e identità anche all’estero. All’inaugurazione di Eataly Roma, alla presenza di stampa, autorità politiche e personalità dello spettacolo, Farinetti ha illustrato l’intero percorso di quei 18.000 mq di italianità, di come si voglia recuperare ed esportare il saper fare italiano, quella artigianalità nella pizza, nella pasta, nel vino, nel cioccolato che rende tutti i giorni grande il nostro nome nel mondo.

E allora oggi, quando ho letto il suo articolo sull’Huffington Post Italia “Perché ho in mente di votare Renzi”, ho ritrovato quelle idee visionarie, quel coraggio di provare, quella perseveranza per riuscire. L’Italia ha bisogno di persone che non solo abbiano una meta, ma operino tutti i giorni con coraggio per attuarla soprattutto nelle fasi critiche. Sono convinta infatti che parte del disastro attuale sia legato, non solo a chi ci ha guidato, ma alla imperante mancanza di volontà, di forza emotiva, di desiderio di innovazione. Renzi in questo momento può rappresentare quel coraggio ed il coraggio, si sa, è contagioso. 

Renzi adesso è l’unica vera speranza di rinnovamento di una classe politica anagraficamente datata e professionalmente compromessa, che ha già promesso tutto il possibile, dato tutto quel che poteva dare e forse sbagliato tutto quel che era fattibile. Non credo sia più questione di colpe, ma di prendere atto che così non ha funzionato ed andare avanti.
Votare Renzi perché è un elemento di rottura aggressivo non vuol dire prescindere dal suo programma, ma vuol dire scommettere sulla forza dirompente dell’agire; penso anch’io che a volte sia un po’ sfrontato, ma pacatezza e conservatorismo non sono le qualità principe di questo momento storico. Abbiamo necessità di persone che guardino oltre, che vedano l’Italia come una realtà inserita in un contesto ben più ampio, che volenti o nolenti la influenza profondamente, ma che può essere anche fonte di opportunità eccellenti.
Non disconosco buone qualità a Bersani, ma la scarsa leadership è un limite e non ho mai visto in lui un uomo carismatico, per quanto pragmatico e pacato. E’ necessario un collettore di forze, esperienze e idee molto potente; ovviamente a priori non possiamo esser certi che Renzi sappia incarnare tutto questo, ma è una possibilità in questo panorama fiacco a sinistra e incancrenito in logiche di potere a destra.
Farinetti dice che è portato a scegliere Renzi perché è semplice ed è effetivamente una delle caratteristiche che più gli fruttano apprezzamenti. Renzi è semplice anche quando è malizioso, di quella malizia tipica di noi toscani, diretta e sfacciata che non vuol dire dietrologia. Quando parla si capisce e poi si può esser d’accordo o meno.
Infine Farinetti fa cenno a quei voti definiti di destra che qualcuno vorrebbe disconoscere: li accolgo come persone che hanno valutato e che ora sono in cerca di una nuova identità; se ciò è fatto con coerenza e correttezza, è simbolo di intelligenza (in qualunque direzione decidano di andare).
Non è un manifesto politico il mio, ma la viva speranza che questa volta si vada a votare con convinzione scegliendo accuratamente il candidato in base all’Italia che vogliamo costruire e lasciare ai nostri figli. Resta un panorama incerto, con tanti volti noti che non rinunceranno alla poltrona, ma sono assolutamente sicura che per arrivare a 100 si debba cominciare da 1.
Sono altresì certa che Beppe Grillo, personaggio dirompente e onesto, sia un’ottima voce, ma non una buona scelta parlamentare: abbiamo necessità di chi voglia costruire e non distruggere, che voglia collaborare con gli altri e non stare per conto proprio.

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