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Turista per qualche ora a Verona

Metti una trasferta in una città mai vista, metti una città famosa in tutto il mondo, metti un clima stranamente caldo per questa fine estate strampalata e ottieni il mio giretto per Verona.
Lo ammetto: non ci sono mai stata, o almeno non da turista e allora, armata di iPhone, mi sono avventurata per gustare queste quattro ore vagabonde.
Ho sempre avuto l’impressione di una città pulita e ordinata, ricca di storia e patria del buon vivere. Arrivando dall’autostrada ho apprezzato tantissimo la semplicità di ingresso in città, senza assurde rotonde, viali e controviali. Una unica via che ha come direzione il centro passando a fianco della Fiera. 
Ho immaginato che il centro città fosse chiuso al traffico e quindi, un po’ ascoltando il navigatore un po’ andando a fiuto (noi della generazione 1.0 della mappa cartacea ancora ne abbiamo un po’), sono riuscita ad arrivare proprio vicino alla ZTL costeggiando l’Adige e passando di fianco a Castelvecchio.
Ho parcheggiato l’auto di là dal centro, oltre il Ponte Vittoria (in Via 4 Novembre il parcheggio è libero oltre le 20) e mi sono incamminata. Un rapido furtivo sguardo a Google Maps per orientarmi e ho tirato un sospiro di sollievo: praticamente tutto a diritto e sarei arrivata in Via Mario Alberto, la strada dove si trova la Locanda 4 Cuochi (luogo della mia cena). Neanche a volersi perdere, le indicazioni per Piazza Bra’ ci sono comunque da Corso Cavour.

Fin dai primi passi ho camminato con il naso all’insù ammirando palazzi, colonne, statue, capitelli: passando su Ponte Vittoria con Castelvecchio in lontananza ho avuto un momento di vuoto e mi è sembrato quasi di esser sull’Arno con Ponte Vecchio illuminato sullo sfondo. 

Il centro è vivace ma non caotico, illuminato ma non sfacciato, i locali sono animati ma non sguaiati e c’è tanta gioventù, quella bella, sana, che ride e si diverte e non rovina vetrine e marciapiedi. L’odore è buono e l’aria fina: accogliente direi, di gusto ma senza pretese.
Cammino, mi fermo, faccio foto, posto sui social, non riesco a fermarmi: ad ogni angolo un sospiro, un “Aaahhh…. Ooohhh” ed il tempo sembra dilatarsi. Percorro Via Mario Alberto e capisco che Piazza Brà deve esser lì, giusto girato l’angolo. Ancora due passi e la vedo: affollata all’imbrunire, ariosa ed elegante, maestosa con l’Arena a sinistra ed il Palazzo della Gran Guardia a destra. Non avevo mai visto l’Arena se non in TV e noto che come me sono rapiti tutti i turisti, siano essi Italiani, Giapponesi, Americani… Ha il colore del miele, alta e perfetta; mi ricorda il Teatro Romano di Fiesole, ma ovviamente siamo di fronte ad un’opera unica. 
Adesso so dove devo recarmi: in Via Cappello, Giulietta m’aspetta. Mi incammino per Via Mazzini, lastricata, ampia, elegante. Si dipana da Piazza Brà, lunga e fiancheggiata da negozi, tanti bei negozi, dall’abbigliamento, agli accessori, al fashion puro. Qualche angolo è molto suggestivo, bei balconi e portoni lavorati. Ad un certo punto inizio a vedere tante persone che camminano a passo spedito, in senso opposto al mio, dirigendosi verso Piazza Bra’. Mah, forse il fascino di un aperitivo in piazza, forse qualche museo che ha chiuso. Poi invece vedo diverse signore eleganti, in abito lungo, stola sulle spalle, scarpe di classe e borsa da sera; uomini in giacca e pantalone lungo; tutti a passo svelto, verso una unica meta… La lampadina mi si accende e deduco che stanno andando a teatro; all’Arena è di scena la Carmen, scoprirò poi rientrando in albergo. Ah, poter essere dei loro!
Proseguo ed arrivo da Giulietta, ma lei ha già chiuso. Nel palazzo che fu dei Capuleti adesso c’è una residenza di lusso che si chiama Sogno di Giulietta ed il balcone rimane proprio all’interno del cortile; le visite sono dalle 8.30 del mattino fino alle 19.30, poi l’ingresso è riservato agli ospiti dell’hotel. Due ragazze gentili mi indicano comunque il balcone: sapevo che era semplice e piccolino, mi vergogno, non fotografo e vengo via. In realtà penso fermamente che la parte più bella sia la facciata del palazzo.

Risalgo Via Cappello e mi rendo conto che ho ancora 30 preziosissimi minuti prima che diventi buio completo e debba andare a cena. Arrivo in una piazza lunga e ampia, tanti banchi che vendono prodotti per turisti, qualche spezia e un po’ di fiori; stanno chiudendo, la giornata è finita. Piazza delle Erbe è affascinante ed è come un salto nel passato; balconi lavorati, anche in ferro battuto, fiori alle finestre, tetti spioventi e terrazze a vista. Le foto si sprecano, vorrei portarmi via l’essenza del luogo, ma in realtà resta lì per tutti, per i vari Capuleti e Montecchi che ci furono, ci sono e ci saranno.
Torno sui miei passi ed arrivo puntuale alla Locanda 4 Cuochi. Il posto è gremito ed informale, originale e colorato. Non ho potuto fare a meno di recensirla su Tripadvisor definendola una “boutique del gusto con ottima accoglienza”. In effetti, pur nella confusione generale ti senti rilassata e serena, predisposta ad indugiare ai piaceri della tavola. I ragazzi che servono ai tavoli sono preparati, sorridenti e cordiali, il menù è ricco, territoriale ma non troppo, con ricette interessanti e accostamenti originali. La zuppa di cipolle con taleggio, crostini e aceto balsamico è un velluto gustoso e saporito, il cosciotto di faraona con dadini di patate e crema di funghi si scioglie in bocca.

Devo tornare in hotel, il giorno dopo sveglia presto che si lavora e si fanno chilometri, ma non rinuncio ad altri due passi in Piazza Bra’. Il Palazzo della Gran Guardia è illuminato di viola ed il Corso di Porta Nuova incorniciato dall’antica porta. A questo punto posso anche tornare all’auto facendo il giro largo: so che se imbocco via Roma arriverò a Castelvecchio e voglio vederlo illuminato dalla luna. Silenziosa ma non pericolosa mi si dipana la strada davanti, faccio qualche scatto, mi soffermo ad osservare l’Adige e penso che queste città tagliate da un fiume, Verona come Firenze, regalano all’ignaro turista un nastro d’argento luminoso in una notte di luna.
Lentamente raggiungo l’auto, metto via il mio fido iPhone e inspiro tanta bellezza per me sola, tutta quanta, tanta tutta insieme. So che non la porto via, rimane lì per chiunque voglia trascorrere un bel fine settimana, ma mi resterà dentro per tanto tempo ancora.



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